Regolamento Sportivo

Regolamento sportivo

Il Cab Stamura ha l’ambizione di riuscire a coniugare
il raggiungimento di risultati tecnico / sportivi di eccellenza
con
il rispetto del diritto alla attività sportiva per tutti
con
il rispetto dei valori di lealtà, onestà, tolleranza, solidarietà, uguaglianza
COME RIUSCIRCI
facendo fare sport in contesti adeguati alle proprie capacità
senza pretendere che tutti diventino campioni
dando a tutti l’opportunità di giocare in gruppi adeguati alle proprie capacità evitando un falso ugualitarismo
imparando a rispettare nello stesso modo “il più forte e il più debole”
rispettando l’avversario
rispettando l’arbitro
rispettando se stessi e la propria salute
dando il “massimo” per la squadra
riconoscendo che i risultati dipendono
non solo dal “talento” individuale
ma prevalentemente dal lavoro quotidiano in palestra
dall’impegno nel migliorarsi per sé e per i propri compagni
dall’impegno dei propri compagni di squadra
dallo spirito di sacrificio e dall’altruismo
dal rispetto per la propria “maglia” e per la “squadra”

«L’obbedienza non è una virtù (Don Milani). L’educazione non è obbedienza ma si vale di ben altri strumenti come l’affetto, il rispetto, la libertà. Questo non vuol dire che le norme vadano escluse, ma che per il bambino ne vada esclusa l’imposizione, questo sì. Anche di parole ci può essere inflazione: quando sono troppe, non valgono più nulla. Ma sono i comportamenti quotidiani che contano: le nostre amicizie, i nostri gusti, i nostri atteggiamenti educano. Il genitore (educatore) è prima di tutto un modello di cui il bambino ha bisogno, in cui crede ciecamente (gli esperti parlano di “fiducia primaria”). L’educazione è un rapporto – e non un’azione esercitata da una persona su un’altra. Il rapporto interpersonale crea di per sé una reciprocità perciò – per quanto paradossale possa sembrare – l’educatore viene, a sua volta, educato. L’educatore come parte “attiva” e il bambino come parte “passiva” sono incompatibili con l’educazione poiché chi ritiene di poter influenzare lo sviluppo di un’altra persona senza esserne influenzato è un prepotente. Non un educatore. Il bambino è una persona e il suo scopo finale è quello di essere se stesso, questa infatti è l’etimo della parola educazione che deriva da ex- ducere cioè tirare fuori, aiutare ad essere quello che si è, non mettere dentro. Noi invece spesso per educazione intendiamo accumulare nell’altra persona i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre regole, la nostra etica. Ogni bambino è un “principe della luce” dotato di immaginazione, coraggio, sete di conoscere, e poi, mediante l’educazione, sono stati corretti, svuotati, di immaginazione e di coraggio e riempiti di obbedienza. Voglio dire che bisogna fare in modo che ogni persona, anche in età infantile, sia libera di essere ciò che è e non subisca quel processo di smantellamento della libertà a cui tutti continuiamo ad essere sottoposti» (prof. Marcello Bernardi).

Gli atleti devono perseguire il risultato sportivo della propria squadra sacrificando, se necessario, il proprio successo personale nel rispetto dei principi di onestà, solidarietà e correttezza e mai violando il principio di lealtà sportiva.
Altruismo e non egoismo è la parola vincente. Si vince non facendo ad ogni costo un canestro in più degli avversari ma costruendo con sacrificio un gruppo vincente. In tale percorso la vittoria non deve essere demonizzata ma anzi perseguita con determinazione perché la stessa fa parte della natura dello sport; alcune volte vincere comporta per chi ha la responsabilità del gruppo la necessità di fare scelte difficili. Alla vittoria va dato il giusto contenuto: ogni gruppo ha i propri obbiettivi coerenti con la proprie capacità sportive e per la nostra Associazione si può vincere una partita anche facendo un solo canestro contro i 100 fatti dagli avversari se quel canestro nasce dal lavoro fatto con serietà e impegno quotidiano in palestra; LA PEGGIORE DELLE SCONFITTE E’ VINCERE ADAGIANDOSI SULLE PROPRIE CAPACITA’ O GIOCANDO CON PIGRIZIA, SENZA IMPEGNO E CON EGOISMO.

Gli atleti devono impegnarsi a:

  • avere un buon rendimento scolastico;
  • onorare lo sport e le sue regole attraverso una competizione corretta, secondo i principi di lealtà, onestà, solidarietà e correttezza;
  • rifiutare ogni forma di doping ed in particolare l’associazione e tutti i suoi atleti e tesserati aderiscono, fanno propri e accettano impegnandosi a rispettare i comportamenti, le disposizioni, i regimi sanzionatori ed ogni altra norma contenuta nell’art.6 della Legge n.376 del 14/12/2000 “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”, nella Legge Regionale n.5 del 02/04/2012 “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero” (co.2 art.24) nella Deliberazione n.457 del 03/11/2016 della Giunta Nazionale del Coni per il recepimento della versione 1-2017 delle Norme sportive antidoping – Documento tecnico-attuativo del Codice Mondiale Antidoping WADA e dei relativi Standard internazionali e nello stesso Codice Sportivo Antidoping attuativo del codice WADA; la associazione in particolare richiama e fa proprio il regime sanzionatorio previsto dalle predette norme impegnandosi a rendere immediatamente applicata verso i propri tesserati ogni sanzione prevista nelle norme e codici richiamati assumendo formale impegno al pieno rispetto di tutti i provvedimenti e sentenze che gli organi competenti dovessero assumere in materia di lotta e prevenzione verso il doping;
  • denunciare immediatamente alla associazione e agli organi federali ogni forma di doping o alterazione del risultato sportivo segnalando anche il semplice sospetto che possa essersi realizzata;
  • astenersi dal compiere qualunque azione per vincere scorrettamente;
  • imparare a perdere con dignità lottando con determinazione fino all’ultimo secondo guadagnandosi il rispetto da parte dell’avversario;
  • imparare a vincere rispettando l’avversario, evitando nei suoi confronti ogni forma di umiliazione ma apprezzandone l’impegno e complimentandosi con lui a fine gara;
  • astenersi da qualsiasi condotta violenta e/o offensiva verso gli avversari, rispettare il loro staff tecnico e dirigenziale;
  • rispettare gli arbitri nella certezza che ogni decisione è presa con onestà; arbitrare è difficile ed è impossibile non sbagliare (sbagliare un fischio o sbagliare un tiro fa parte del gioco e mai bisogna pensare che il fischio o il tiro siano sbagliati volontariamente per favorire gli avversari);
  • rispettare, sostenere ed aiutare i propri compagni di squadra in ogni circostanza fuori e dentro il campo;
  • rispettare le scelte dell’allenatore e se non condivise continuare a impegnarsi in palestra mantenendo la coesione con i compagni di squadra (le scelte dell’allenatore determinano sempre delusione sugli “esclusi”, ma sia chi gioca che chi siede in panchina o in tribuna fa parte di una squadra di cui anche l’allenatore fa parte);
  • rispettare gli impegni, gli orari e le regole dell’Associazione in caso contrario si manca di rispetto all’allenatore ma soprattutto ai propri compagni di squadra;
  • essere di esempio per i compagni di squadra e per gli atleti più giovani vivendo con altruismo, impegno, serietà, serenità e divertimento lo sport;
  • avere cura del materiale tecnico, degli attrezzi e delle strutture di gioco;
  • ogni tesserato (dirigente, allenatore, atleta ecc…) deve avere sempre presente la differenza esistente in campo educativo tra la coerenza e l’autorevolezza rispetto alla semplice autorità che spesso produce imposizione e non educazione;
  • fidarsi delle scelte della società che sono fatte solo nell’interesse della crescita umana e tecnica degli atleti.

Tutti i tesserati anche non atleti (dirigenti, allenatori, istruttori, preparatori fisici ecc..) e tutti i collaboratori del Cab Stamura sono tenuti a mantenere comportamenti rispettosi di tutte le regole appena esposte adoperandosi perché il loro comportamento possa essere di esempio e guida nella corretta formazione sportiva e umana dei bambini, bambine, ragazzi e ragazze che ci fanno l’onore di vestire i colori biancoverdi.   

PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

L’Associazione al fine di contribuire alla concreta applicazione quotidiana dei propri valori di riferimento ha deliberato quanto di seguito esposto (si preferisce perdere una partita comportandosi correttamente che vincere assumendo comportamenti non adeguati).  Le sanzioni evidenziate in ogni punto sotto riportato non devono mai intendersi sostitutive rispetto ai provvedimenti assunti dagli Organi federali ai quali sarà data immediata ed integrale esecuzione.

IN RELAZIONE AL REGIME SANZIONATORIO INTERNO L’ASSOCIAZIONE CREDE CHE IN ALCUNE CIRCOSTANZE LA MANCATA APPLICAZIONE DELLA SANZIONE COSTITUISCA IL GIUSTO PROVVEDIMENTO DA ASSUMERE PERCHE’ LA FINALITA’ DI OGNI PROVVEDIMENTO NON DEVE ESSERE MAI REPRESSIVA MA SEMPRE EDUCATIVA E INDIRIZZATA ALLA FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’ DEI NOSTRI ATLETI.

TALE VALUTAZIONE E’ SEMPRE RIMESSA ALLA LIBERA DISCREZIONE DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE CHE NELL’ASSUMERLA POTRA’ TENERE CONTO DI OGNI ELEMENTO A PROPRIA DISPOSIZIONE.

SI CREDE NELLA FUNZIONE EDUCATIVA DELLA COERENZA DEI COMPORTAMENTI CON I  PRINCIPI DI RIFERIMENTO E NELLA FORZA EDUCATIVA DELLA AUTOREVOLEZZA VALORE BEN DIVERSO DAL SEMPLICE UTILIZZO DELL’AUTORITA’.

 

Le sanzioni che possono essere applicate consistono nella:

  • esclusione dalla convocazione per partite di campionato;
  • sospensione dalla attività (tale provvedimento comprende la mancata convocazione a tutte le partite che si disputano durante il periodo di sospensione/inibizione);
  • inibizione all’esercizio dell’attività per tutto l’anno sportivo (tale provvedimento comprende la mancata convocazione a tutte le partite che si disputano durante il periodo di sospensione/inibizione);
  • esclusione dall’Associazione nel rispetto delle regole statutarie.

L’Associazione si riserva in ogni caso la facoltà di segnalare, anche nei casi in cui la segnalazione non sia obbligatoria per legge o regolamento, i comportamenti ritenuti gravi sia alle autorità federali che alle autorità giudiziarie.

 

Di seguito si riportano i comportamenti che possono originare provvedimenti disciplinari.

  • Comportamenti/provvedimenti durante partite di campionato o amichevoli:
  • squalifica da parte degli Organi federali a seguito di comportamento non regolamentare;
  • comportamento maleducato e/o aggressivo verso gli arbitri, allenatori, dirigenti e giocatori di entrambe le squadre;
  • atti violenti verso beni e/o oggetti nella palestra e/o spogliatoi ecc..

 

  • Comportamenti durante il normale svolgimento delle attività :
  • per assenza ingiustificata all’allenamento (l’assenza si intende giustificata tutte le volte in cui è stata comunicata dall’atleta all’allenatore in tempi adeguati);
  • per assenza ingiustificata alla partita;
  • per comportamenti posti in essere, in qualunque modo o con qualunque strumento, nello spogliatoio, in palestra ed in ogni altro contesto potenzialmente lesivi della incolumità fisica o della salute o della dignità personale propria o del prossimo o per azioni maleducate o volte a porre in essere attività illegali;
  • per azioni di mancanza di rispetto verso i beni contenuti nella palestra, negli spogliatoi, verso il materiale sportivo (palloni, abbigliamento ecc…), verso i beni di proprietà di terzi ecc…
  • Si evidenziano alcune regole operative inerenti i provvedimenti assunti:    
  • in tutti i casi in cui viene disposta una squalifica anche aggiuntiva l’atleta è tenuto a allenarsi regolarmente a meno che il provvedimento non riguardi la sospensione anche dagli allenamenti; una eventuale squalifica per le partite comporta la impossibilità di essere convocato per un turno in tutte le squadre in cui si milita quindi potrebbe comportare la necessità di “saltare” più partite;
  • si ritiene che punizioni collettive non siano mai pienamente educative ponendo sullo stesso piano comportamenti differenti e non responsabilizzando il singolo atleta, tuttavia, in tutti i casi in cui i comportamenti risultano collettivi e/o non è stato possibile identificare gli esecutori, l’Associazione si riserva di assumere provvedimenti verso l’intero gruppo (es. sospensione dalla partecipazione a tornei); nel caso in cui l’autore o gli autori si assumano la responsabilità degli atti commessi la Commissione disciplinare terrà conto di tale gesto di maturità nel determinare le sanzioni applicabili;
  • ove le azioni illegittime siano compiute non da un giocatore ma da un allenatore, dirigente, collaboratore o da qualunque altro tesserato dell’Associazione la sanzione applicata potrà essere la IMMEDIATA SOSPENSIONE DAL PROPRIO RUOLO IN ATTESA CHE SIANO ASSUNTI PROVVEDIMENTI DEFINITIVI CHE POSSONO ARRIVARE ALLA IMMEDIATA RESCISSIONE/INTERRUZIONE DI OGNI RAPPORTO DI COLLABORAZIONE E SE NECESSARIO LA SEGNALAZIONE DEI FATTI ALL’AUTORITA’ FEDERALE E GIUDIZIARIA; 
  • per tutti i fatti sopra evidenziati l’Associazione si riserva nei confronti dell’autore delle azioni di procedere alla richiesta di risarcimento degli oneri sostenuti (sanzioni federali, riparazione dei beni, nuovo acquisto dei beni, risarcimento danni ecc…);
  • ove la segnalazione non sia fatta dalla Federazione tutti i tesserati e collaboratori dell’Associazione sono tenuti a segnalare IMMEDIATAMENTE il verificarsi dei fatti o azioni evidenziati nel presente Regolamento fornendo ogni informazione in loro possesso (tutte le segnalazioni dovranno essere fatte al Presidente della Commissione disciplinare interna);
  • la Commissione disciplinare interna potrà convocare l’autore e/o gli autori dei fatti per avere chiarimenti; le sanzioni applicate saranno comunicate dalla Commissione o da un tesserato dalla stessa incaricato; è facoltà del tesserato verso il quale sono stati assunti i provvedimenti presentare una memoria o chiedere di essere ascoltato (la richiesta deve essere fatta anche verbalmente al Presidente della Commissione disciplinare interna) ed in tal caso la Commissione si riserva di assumere ogni tipo di provvedimento che può andare dalla rimozione della sanzione fino al suo aggravamento; nel caso in cui il tesserato autore del fatto abbia assunto un comportamento onesto assumendosi la responsabilità di quanto accaduto, rimuovendone le conseguenze, presentando le proprie scuse ecc… la Commissione disciplinare interna potrà tenere conto di tali fatti, così come di osservazioni dell’allenatore o aiuto allenatore o della famiglia, modificando le sanzioni applicate fino ad arrivare al loro annullamento in considerazione del fatto che tutto quanto regolamentato ha uno scopo educativo e non punitivo;
  • i provvedimenti assunti dalla Commissione sono insindacabili, la Commissione non deve tenere conto di segnalazioni anonime e formulare il proprio giudizio in buona fede privilegiando sempre l’effetto educativo e non repressivo delle proprie decisioni; nel caso in ci sia necessario avviare il procedimento di esclusione lo stesso sarà gestito nei termini, forme e modalità di statuto;
  • la Commissione può richiedere durante le proprie riunioni la presenza di tesserati della società ritenuti utili per avere la migliore comprensione della situazione oggetto di esame;   
  • la Commissione disciplinare interna è composta da GIORGETTI ETTORE- Presidente, VIRGILI GABRIELE e MARCONI LORENZO – Componenti e decide a maggioranza dei presenti alla seduta.

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